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Accordo su acque e fanghi, Fratelli d’Italia: «Un indegno spettacolo. Utilizzeremo tutti gli strumenti utili a rimuovere questo scempio»

MARGHERITA DI SAVOIA - «Pur essendo adusi agli squilibri e alle incongruenze a cui il manipolo di inadeguati amministratori che governa Margherita di Savoia ci ha, ahinoi, da tempo abituati, confessiamo di vivere un grave imbarazzo nel redigere questo articolo.

Mai avremmo immaginato di poter arrivare a tanto.

Perfino Orazio, che nelle sue Epistole invitava a non meravigliarsi di nulla (“Nihil admirari”…), sarebbe rimasto basito di fronte a quanto avvenuto nella seduta del consiglio comunale del 14 gennaio u.s.

Prima di entrare nel vivo della cronaca, però, al fine di smentire le inesattezze - per usare un eufemismo - pronunciate dal Sindaco che, con il suo solito atteggiamento supponente da king maker, bramoso di inasprire la dialettica politica mediante la denigrazione degli interlocutori non allineati, fino a scadere nell’offesa personale, ignora l’esistenza di atti e fatti che hanno preceduto la sua ultima geniale mossa del cavallo.

La nostra unica premura, sia ben inteso, è quella di rendere chiara la situazione agli ignari cittadini margheritani, specialmente le nuove generazioni, che della questione relativa all’utilizzo delle acque madri e dei fanghi, loro malgrado, patiranno, incolpevoli, le scelte scellerate dell’attuale Amministrazione Comunale.

Pertanto, corre innanzitutto l’obbligo di ricordare al nostro Sindaco, prima ancora che possa lanciarsi in altre amenità amministrative (vedasi questione ex palazzo di città) e prima ancora che si convinca di essersi ricavato il ruolo di deus ex machina nel disbrigo della annosa questione legata alla liberalizzazione dell’utilizzo delle acque madri e dei fanghi, che già suoi predecessori, anche a capo delle amministrazioni succedutesi dal 2010 in poi, si sono occupati dell’argomento.

Ed invero, il Sindaco, pur essendo da tempo immemore protagonista della storia politica del nostro paese, ignora che:

- il Comune già nell’anno 1962, nell’esercizio del suo indiscusso potere gestionale, richiedeva alla società Terme una revisione del prezzo per il prelievo delle acque madri e dei fanghi;

- la società Terme di Margherita Spa impugnava tale atto dinanzi al Consiglio di Stato. La Suprema Magistratura con decisione del 21 gennaio 1966 rigettava il ricorso proposto dalla società Terme e successivamente, con deliberazione del Consiglio comunale n.285 del 1.4.1970, Amministrazione avv. Bernardo Barra, si addiveniva ad una transazione;

- la delibera del Consiglio comunale n.41 del 23.4.1996, Amministrazione ing. Giuseppe Piazzolla, deliberava i nuovi indirizzi per la liberalizzazione delle acque madri e fanghi e incaricava il Sindaco di determinare i nuovi rapporti con il Monopolio di Stato per il rinnovo della convenzione. In tale circostanza l’attuale Sindaco, consigliere di opposizione, si asteneva dall’esprimere il voto unitamente ad altri quattro consiglieri. Alla deliberazione fu proposto ricorso dinanzi al Comitato Regionale di Controllo, organo di nomina politica preposto al controllo degli atti deliberativi dei comuni. Il Co.Re.Co. annullava tale delibera con provvedimento reso a seguito di ricorso proposto dalla società Terme;

- la delibera del Consiglio comunale n.38 del 13.12.2010, amministrazione On.le Gabriella Carlucci, dava atto di indirizzo per il termalismo diffuso e per la liberalizzazione delle acque madri e fanghi. L’attuale sindaco, consigliere di opposizione, votava a favore con precisazioni. Deliberazione opposta dinanzi al TAR Puglia;

- la delibera del Coniglio Comunale n.8 del 12.3.2011, amministrazione presieduta dall’On.le Gabriella Carlucci, dava atto di indirizzo per la costituzione dell’Ente dinanzi al TAR Puglia avverso il ricorso presentato dalla società Terme, al fine di rivendicare la definitiva titolarità della concessione di acque madri e fanghi in capo al Comune di Margherita di Savoia. L’attuale Sindaco era consigliere di opposizione. Assente durante la trattazione di questo argomento;

- la delibera del Consiglio Comunale n.32 del 23.5.2014, amministrazione del Gen.le Paolo Marrano, dettava gli indirizzi e i provvedimenti da assumere per la liberalizzazione delle acque madri e fanghi; 17 voti favorevoli;

- in data 15 marzo 2018 veniva reso parere pro-veritate da parte del prof. avv. Aldo Loiodice sui diritti relativi alle acque madri, ai fanghi e ad altri potenziali benefici rinvenienti dal rapporto concessorio anche con riguardo al progetto di una piscina termale comunale.

Ebbene, dette precisazioni, oltre che a smentire le affermazioni rese dal Sindaco servono, altresì, a porre un punto fermo sugli avvenimenti succedutisi nel tempo e per cercare di far meglio comprendere la portata e soprattutto il senso di quanto deliberato nella citata seduta del consiglio comunale, convocato per approvare uno schema preconfezionato di scrittura privata per la gestione futura delle acque madri e fanghi.

Entrando nel merito della questione, osserviamo come l’incipit di tale scrittura è di quelli tesi a sbalordire: …al fine di favorire lo sviluppo delle attività turistiche locali…sostenere l’iniziativa a beneficio della crescita economica del territorio…

Tale premessa, effettivamente, ci aveva indotto a ritenere che si sarebbe discusso di grandi manovre, che avremmo assistito ad una vera e propria rivoluzione, tanto più che nel programma elettorale del movimento “Margherita Migliore, che sostiene l’attuale maggioranza, all’azione n.3 - lavoro ed attività produttive - si legge: “progettazione e realizzazione delle terme comunali, finalizzata alla diversificazione dell’offerta in tema di acque, fanghi e cure termali”, invece ci vediamo costretti a limitarci a parlare dei soliti piccoli inciuci e ridicole pastette.

È sufficiente, infatti, addentrarsi nella lettura della documentazione sottoposta al vaglio del Consiglio Comunale per cogliere immediatamente la prima evidente contraddizione laddove il Sindaco, non è dato sapere sulla base di quale autarchica investitura e, soprattutto, smentendo se stesso ed il programma elettorale in forza del quale è stato eletto, abbia deciso di esprimere la volontà di non realizzare alcuno stabilimento termale comunale in concorrenza con la struttura già esistente sul territorio…”.

Proseguendo, come se non bastasse, a rincarare la dose, si assumono impegni in base ai quali: Nell’ambito dello stipulando contratto di fornitura…il Comune si obbliga ad inserire l’espresso suo obbligo a) di non utilizzare acque madri e fanghi per uso termale e terapeutico; b) di non utilizzare, come già previsto dalla normativa vigente, i termini “terme”, “termale”, “acqua termale”, “fango termale”, “idrotermale”, “therme”, “spa (salus per aquam)”.

E per finire - udite udite - viene sancito che: in caso di inadempimento di una delle parti ad una sola delle obbligazioni previste dalla presente scrittura privata, la stessa scrittura privata si intenderà risolta…

Come a dire, nel caso in cui una delle parti non intenda adempiere esattamente alle prescrizioni contenute nella richiamata scrittura privata, potrà sempre invocare l’esimente “stavamo scherzando”.

Ciononostante, l’Amministrazione ha l’ardire di affermare che, in virtù dello stipulando accordo tra Comune, Atisale e Terme, si pongono le basi per il nostro Paese per sviluppare una futura strategia di sviluppo economico!

In realtà, in base a quello che leggiamo, al pari di quella geniale iniziativa commerciale lanciata tempo fa e consistente nella vendita di barattoli contenenti l’aria di Napoli il Comune, o chi per esso, sulla scorta della proposta convenzione trilaterale, potrà al massimo distribuire vasetti di “acqua madre e fanghi di Margherita di Savoia” ai soli fini contemplativi.

Ma, messa da parte l’ironia, davvero stentiamo a credere che il risultato raggiunto con tale maldestra iniziativa amministrativa potesse essere il migliore ottenibile, soprattutto per una intera comunità che attendeva fiduciosa questo appuntamento con la storia (scadenza del termine concessorio al 31/12/2021).

Invero, una attenta e premurosa Amministrazione avrebbe dovuto puntare i piedi e ostinatamente invocare il ruolo di protagonista del Comune di Margherita di Savoia nella gestione di risorse così importanti ed identitarie per il nostro Paese, piuttosto che subire passivamente l’interpretazione e l’orientamento sulla vicenda forniti dall’Agenzia del Demanio senza frapporre un dubbio, una perplessità e/o una eccezione.

Che fine ha fatto la “commissione di studio per la liberalizzazione delle acque termali”, nominata con la delibera del Consiglio Comunale n.46 del 30 novembre 2019, per rivendicare il diritto di acquisizione delle acque madri? Si è mai insediata? Quante sedute ha tenuto? Dov’è la relazione definitiva? Quali le iniziative intraprese e/o suggerite?

A nostro avviso è arrivata l’ora di farla finita con queste inaccettabili prese per i fondelli!

È fin troppo facile, a questo punto, fare la Cassandra e prevedere catastrofi fatte di assunzioni clientelari, provvigioni d’oro e consulenze di platino a detrimento delle incolpevoli generazioni future.

Non può sottacersi, infine, il comportamento assunto nell’occasione dall’opposizione dalla quale, di fronte ad un argomento di così vitale importanza per il nostro paese, ci saremmo aspettati uno schieramento a falange atto a fronteggiare l’avanzata di un accordo scellerato.

Nulla di tutto questo!

Piuttosto abbiamo assistito attoniti ad uno scollamento delle forze di opposizione caratterizzato da comportamenti per certi versi inspiegabili: a partire da alcuni consiglieri che, pur partecipando alla discussione, al momento del voto si sono pavidamente dissolti, per giungere, attraverso chi ha preferito rimanere tra coloro che son sospesi, a chi finalmente ha maturato la saggia decisione di esprimere voto contrario all’approvazione di una delibera nefasta per il nostro Paese.

In ogni caso, qualunque sia stata la reale motivazione sottesa ai comportamenti dei protagonisti della seduta consiliare del 14 gennaio u.s., quello che si è appena consumato è un avvenimento che non riteniamo abbia precedenti nella pur travagliata e discutibile storia politica della nostra città.

Ai nostri concittadini assicuriamo che non resteremo alla finestra a guardare l’indegno spettacolo di questo ennesimo fallimento, di una sconfitta inflittaci senza combattere, ma invocheremo ed utilizzeremo, per quanto ci sarà possibile, tutti gli strumenti utili e funzionali a rimuovere questo scempio; lo dobbiamo alle future generazioni, affinché non perdano la speranza nella creazione di nuove opportunità, anche lavorative, attraverso una sana gestione delle materie prime di cui la natura ha fatto dono al nostro Paese.

Per il momento, dovrete purtroppo accontentarvi della triste cronaca di una giornata da dimenticare. Come disse il presidente Adolphe Thiers a proposito di una discutibile seduta dell’Assemblea di Francia, “non manca più un solo errore da commettere”.

Per il resto, vi invitiamo a riflettere… sibi facturus fortunam suam!»

Segreteria locale FRATELLI D’ITALIA